Dalla Big Thing alla Big Picture (Forum Ricerca e Innovazione 2009)

Venerdì mattina ho preso un treno insieme a Marco Massarotto e a Stefano Stravato diretto a Padova e più precisamente al Forum della Ricerca e dell’Innovazione.

Sono stata invitata come relatrice nella sessione La Comunicazione di prodotto e il Web 2.0.

Un’esperienza molto bella sia per la città che ho visitato per la prima volta sia per la sessione che vedeva oltre a me, Marco e Stefano anche Pepe Moder di Barilla e Frangino Lucarini di H-Art. La scelta dei relatori mi è sembrata molto ben riuscita essendo presenti rappresentanti dei principali attori della comunicazione: clienti, agenzie e media.

Il mio ruolo è stato quello di chiarire come il web 2.0 dovrebbe essere considerato come uno degli ambienti in cui le aziende si possono muovere online senza tuttavia trascurare gli altri, ossia i propri spazi come il sito corporate e i siti di prodotto, e quelli che è possibile "acquistare" come le campagne di display advertising e le partnership media.

Ho quindi sostenuto l’importanza di una visione d’insieme quando ci si relazione con internet (linko a questo proposito il secondo dei tre trend sulla comunicazione "secondo me") e la convinzione che non sia possibile innovare senza conoscere la realtà in cui si è presenti perchè si corre il rischio di "creare" qualcosa che esiste già o qualcosa di totalmente inutile.

Ho caricato la presentazione su Slideshare anche se molte considerazioni non sono presenti perchè le ho dette a voce. Ovviamente sono come sempre disponibile ad approfondire l’argomento 🙂

Fare la spesa online: la teoria del carrello sociale

Io faccio shopping online: compro libri, riviste, regali, fotografie, borse, accessori etc.

Io NON faccio la spesa online e la vivo come una lacuna personale, perché è un’esperienza che secondo me è da fare, così tanto per sapere cosa si prova eheh.

Prima o poi lo farò, ma dove? Chiediamo.

Martedì 27 ho lanciato il sasso con questo messaggio

“C’è qualcuno che fa la spesa online? Se sì dove? […]”

che ha aggiornato automaticamente il mio status su Twitter, su Facebook e su Friendfeed.

Ho ricevuto 27 risposte e oltre il 75% di queste era per il servizio di spesa online con consegna a domicilio di Esselunga, anche conosciuto come Clicca il Pomodoro.

Mi hanno piacevolmente sorpreso i toni entusiastici di alcuni dei partecipanti a questo similsondaggio

“esselunga è uno spettacolo”

“Esselungaacasa, mai più senza”

“Esselunga. La uso da anni. “

“Ho convertito un sacco di gente a clicca il pomodoro che potrei chiedere una percentuale o per lo meno la consegna gratis a vita ;)”

e la mia deformazione professionale mi ha portato subito a chiedermi “ma Esselunga sarà a conoscenza della presenza di così tanti "brand lovers" online?”.

Beh il motivo per cui ora sto scrivendo questo post è perché la deformazione mi ha portato oltre.

Quando la conversazione su Friendfeed si è spostata sul ruolo sociale della spesa online

Fare la spesa live a Milano il sabato mattina o la sera dopo le 17 non è divertente per nulla… Anche se sbirciare nei carrelli altrui facendosi i viaggi su cosa cucineranno, come, e per quante persone è un divertimento semplice che un po’ mi manca 😉 Quanto sarei curiosa di vedere il carello de LaFra! Potrei anche un po’ immaginarmelo! 😉

dovremmo, peraltro, parlare della mitica Esselunga a due passi da San Vittore (quella piena di single), così come il piccolo Conad in Corso Buenos Aires, altro luogo di single che incrociano sguardi e carrelli. A Torino l’equivalente è il PAM del Lingotto, di fronte a Eataly, valido sostituto di un bar per single. Perché cercare l’anima gemella in disco se puoi farlo mentre compri i biscotti? 🙂 (peraltro dall’osservazione dei carrelli è possibile capire molto di una persona: cioè, io diffiderei di una con una borsa piena di prodotti light, di Activia, ecc.) 🙂

nooo ancora con la leggenda metropolitana dell’esselunga di viale papiniano = luogo di acchiappo??? maddai. mai incrociato niente di notevole (ehm, aaanni fa, ma la leggenda già c’era …)

è scattata nella mia testolina l’idea di una trasposizione digitale di alcune dinamiche relazionali del supermercato.

Ho immaginato un social network dove le persone condividono il proprio carrello della spesa digitale.

Se ad esempio Esselunga integrasse questo servizio di “spesa sharing” direttamente nella propria piattaforma di e-commerce (o rendesse esportabile i dati) il procedimento di creazione del carrello sarebbe immediato perchè non sarebbe necessario aggiungere uno ad uno gli items (tipo come avviene su Anobii per l’aggiunta dei libri… anche se la collaborazione tra Anobii e IBS potrebbe parzialmente automatizzare la creazione della propria libreria virtuale). I possessori di Fidaty Card potrebbero creare velocemente il proprio carrello virtuale anche se fare la spesa online.

Piuttosto prevederei l’opzione di non rendere visibili alcuni elementi perchè se è vero che dal carrello di una persona si possono fare delle considerazioni sul suo conto, alcune cose è meglio non farle sapere ;-).

A cosa servirebbe il social carrello? Vediamo qualche esempio:

  • voglio comprare un ragout pronto: vediamo se i miei amici preferiscono barilla o star e chiedo consiglio
  • ho un blog di cucina: posso inserire il widget del mio carrello per far vedere cosa compro
  • scrivo una ricetta sul mio blog: creo il sacchetto della spesa virtuale con tutti gli ingredienti e lo embeddo nel post così i miei lettori possono aggiungere direttamente tutti gli ingredienti nel proprio carrello
  • convivo con una persona: posso chiederle di segnalarmi i prodotti che vorebbe inserire nella prossima spesa

Questi sono i primi esempi che mi sono venuti in mente ma ce ne sono sicuramente tanti altri.

Ma perchè investire in un’operazione di questo tipo? Io azienda cosa ricavo?

Beh se fosse la stessa Esselunga a integrare nel proprio sistema di e-commerce un sistema di questo tipo avrebbe a disposizione uno strumento davvero potente:

  • la creazione di un legame forte con i propri clienti che andrebbe a ridurre le possibilità di tradire "clicca il pomodoro" con altri servizi di spesa online
  • l’arricchimento del proprio database con dati di natura relazionale e motivazionale
  • la possibilità di dar vita a promozioni ad hoc, magari tenendo conto dell’ampiezza del network del proprio cliente e delle relative opportunità di viralizzazione

Se invece dovesse nascere un Anobii della spesa consiglierei comunque alle varie Esselunga, Coop, Bofrost etc di permettere l’accesso in lettura al proprio database perchè le opportunità descritte prima sarebbero comunque replicabili anche se con un minor controllo e con la minaccia di azioni da parte dei competitors.

Cosa ne pensate? Idea folle? Esiste già qualcosa di questo tipo? (ammetto di non aver fatto ancora ricerche in questo senso)

Differenze tra Social Network, Community e Forum (SlidePost)

Non so è una buona idea ma invece di scrivere un lunghissimo post con alcune considerazioni che ho fatto sulle differenze che esistono tra i concetti di "Social Network", "Community" e "Forum" in Italia ho buttato tutto in un powerpoint e l’ho caricato su slideshare.

 

[UPDATE: La presentazione è poco leggibile così, meglio il DOWNLOAD]

Ci tengo quindi a sottolineare che non si tratta di una "presentazione" in senso stretto ma di un tentativo di mettere ordine ad un post che altrimenti sarebbe stato lunghissimo e difficile da seguire.

Come ho scritto nell’ultima slide questo non è un documento "definitivo", mi piacerebbe raccogliere un po’ di spunti di vista per arricchirlo con nuovi spunti e considerazioni.

Che ne dite?