Sperando di fare cosa gradita sto facendo un po’ di ordine negli appunti che ho preso ad alcuni dei seminari a cui ho partecipato a Cannes.
Il primo è "Living Naked" che si è tenuto nella Young Lions Zone, accessibile solo ai giovani under 28 e il cui speaker è stato Paul Woolmington, co-founder di Naked Communications.
Vi riporto la descrizione del seminario
Naked Communications is borne out of an idea: Brands today live naked in front of the consumers. Despite huge changes all around us, the business of branding and communications has hardly evolved at all. The industry today is still built around silos of production-centred expertise.
Time to kill of the old model? Time for the Naked stuff? What are doing to start living naked?
Join and share the debate at www.houseofnaked.com
Ovviamente date le premesse il seminario è stato molto "marketta", come praticamente tutti gli incontri di Cannes, la capacità è riuscire a coinvolgere comunque il proprio pubblico con la bontà dei propri contenuti.
E qualcosa d’interessante è emerso.
Innanzitutto lo speaker ha dato la sua visione sull’evoluzione della comunicazione individuando i seguenti modelli:
- One way communication: la comunicazione era incentrata su un’unica advertising idea pensata per lo schermo televisivo e quindi veicolata attraverso il tubo catodico
- Clichet of the Big Idea: i cambiamenti visibili nel panorama media (non più solo tv ma ambient, guerrilla, etc) hanno portato alla ricerca e all’individuazione di una Big Idea che veniva poi declinata e veicolata attraverso molteplici touch points.
- Brand behaviour: non conta più quello che il brand dice, ma come si comporta, e come influisce sui comportamenti dei consumatori. Non più brand communication ma brand culture.
See the Full Picture: questo è il consiglio che lo speaker ha voluto dare a noi giovani leoni, è giusto focalizzare la propria attenzione sulla creatività, sull’idea innovativa, ma non bisogna mai perdere di vista l’intero quadro della situazione o gli effetti che questa singola idea potrebbe produrre sulla brand reputation.
In questo senso ha citato due casi ormai storici di aziende che hanno introdotto dei cambiamenti importanti (mi ricordo ancora come enfatizzava la parola CHANGE) nella percezione da parte del consumatore e che hanno influito su tutta l’industria di appartenenza: Amazon (l’introduzione del free shipping nella sua offerta è stato considerato molto innovativo) e Virgin airways con l’offerta di trattamenti shiatsu e di massaggi a bordo dei suoi aerei, capace quindi di interpretare e rispondere ad un bisogno latente della clientela business che è costretta ad innumerevoli stressanti spostamenti.
Uno dei casi recenti citati successivamente è stato quello di Burger King e il "Whopper Freak out".
In un mondo in cui il consumatore è al centro dei nostri pensieri Burger King ha deciso di misurare l’amore dei suoi clienti portando loro via qualcosa che amano davvero: il Whopper.
Il Whopper è il panino più celebre nella catena di fast food Burger King ed è una sorta di istituzione per gli americani. Sono state inserite delle videocamere nei negozi ed è stato comunicato ai clienti che il Whopper era terminato e che lo avrebbero tolto dal menu. Hanno quindi registrato le reazioni sbigottite, frustrate e alterate dei clienti.
(long version video dal sito ufficiale)
(short version da youtube)
(credo che lo conosciate tutti ma il "re" è l’icona di Burger King, un po’ come il pagliaccio Donald è quello della concorrenza. Ne avevo parlato anche qui nel lontano settembre 2006 )
LET THEM SHOW THE LOVE. Questo è stato un altro dei consigli che Mr Naked ci ha voluto lasciare.
Credo sia inutile da parte mia aggiungere che il web in questo senso è decisamente un mezzo chiave, le dimostrazioni "d’amore" verso i propri brand preferiti sono ovunque, sta ai brand decidere cosa farne, se corteggiare a sua volta questi brand lovers o se lasciare che con il tempo si disinnamorino di loro 😉