Tra le tante interviste a Blogger più o meno famosi (una delle più recenti che vi consiglio di leggere è quella a Stefano Gorgoni aka "Must" sul TagliaBlog) c’è anche un’intervista alla sottoscritta.
L’intervistatore è MagoGae che ringrazio tantissimo per questa idea.
Ve la riporto.
Come ti è venuta in mente l’idea di avere un blog? Cosa ha fatto scattare la scintilla?
L’idea è nata come spesso accade dalla semplice curiosità; la verità è che però non conoscevo molto bene la realtà della blogosfera e quindi mi ero limitata ad aprire un blog e ad inserire contenuti di altri. Poi circa un anno fa ho partecipato al Workshop “Network, o del nuovo umanesimo digitale” nell’ambito dell’EBA Forum dove tra i relatori c’erano Mafe di Maestrini per Caso (chairman), Paolo Valdemarin, Luca De Biase, Sergio Maistrello e altri che non conoscevo minimamente (pensa che ero seduta accanto a Mauro Lupi e non sapevo chi fosse). Insomma si è parlato tanto di blog e della differenza tra blogger e giornalisti: il blogger a differenza del giornalista scrive solo se ha qualcosa di interessante da dire. E quindi mi sono detta “Questo incontro per me è stato interessante e di questo parlerò domani nel mio nuovo blog ”
Aspetto “ludico” a parte elenca 2 buone ragioni per gestire un blog personale.
Aspetto “ludico” a parte? L’aspetto ludico è la prima buona ragione A parte gli scherzi il blog quest’anno è stata la mia ancora di salvezza in un periodo in cui il lavoro non riusciva più a darmi soddisfazioni, in cui mi sentivo di non riuscire ad imparare niente di nuovo e di interessante. Leggere, fare ricerche, per poi parlarne sul proprio blog mi ha consentito di non arenarmi ma di continuare a crescere a livello professionale e apprendere cose che il mio lavoro non sarebbe mai stato in grado di trasferirmi. Far parte della blogosfera, per quanto io sia una piccola blogger, è un’esperienza unica, ed è impossibile se non si è blogger capirla, bisogna viverla (oh mamma entro nel filosofeggiante…).
Grazie al blog hai fatto amicizie che mai avresti pensato di fare e che consideri importanti? intendo non le solite amicizie che si fanno solitamente in rete.
Assolutamente sì. È pazzesco se penso che qualcuna delle massime autorità della blogosfera italiana è nei miei contatti di Messenger
I blog che visiti più spesso?
Principalmente quelli che parlano di Blogosfera, Web 2.0, Web Marketing e Communication, Advertising etc. ma non solo. Mi piacciono tantissimi i “blog a strisce” ad esempio, Eriadan in primis, e quelli che parlano di libri ed editoria in generale. Ritengo molto importante nella scelta dei blog che leggo il tocco personale dell’autore, insomma l’anima strettamente “umana” del blog.
I siti zozzi che visiti più spesso?
La sezione OT di alcuni Forum, ad esempio TPU, ci sono certi zozzoni da quelle parti (si scherza ovviamente…)
Cosa legge solitamente una donna geek?
Davvero di tutto! Come diceva Melanie Griffith in “Una Donna in Carriera”: Non sai mai da dove ti può venire un’idea geniale!
L’emoticon che più ti rappresenta?
Su Messenger è quella che viene fuori digitando questa combinazione di tasti *-), quella diciamo perplessa.
Pensi che gestire un blog possa avere una funzione curativa?
Beh nel mio caso l’ha avuta.
Immagino che le donne geek (in quanto anomale) la diano più facilmente. Vero o falso?
Mah io per la verità vedo tante donne normali che la danno senza problemi, forse non hai avuto la stessa fortuna eheh.
Come si approccia una donna geek?
Non facendole queste domande (scherzoooo)
Consideri la comunicazione virtuale (fatta con i vari messenger, chat, siti web ecc.) di serie B rispetto a quella reale, verbale, o la consideri più sincera? più reale, in virtù del fatto che sapendo di essere nell’anonimato la gente si apre di più.
Io le vedo come entrambe di Serie A, quella “fisica” perchè completa sensorialmente parlando, quella “virtuale” perchè potenzialmente illimitata. Per quanto riguarda stare nell’anonimato o meno è una questione di scelte, se potessi vorrei incontrare quasi tutte le persone con cui ho un rapporto esclusivamente virtuale, con cui non ho mai nemmeno parlato al telefono ma oltre ai limiti spazio-temporali spesso insorgono anche limiti di carattere diciamo sociale. Insomma a volte è difficile spiegare che si ha voglia di andare ad esempio ad un raduno dove c’è gente che “non si conosce“, perchè questo è quello che vede il mondo “offline”, il mondo “normale” (contrapposto a quello anomalo eheh), quel mondo che non vive la rete ma magari si limita semplicemente ad usarla e che non vede quindi le implicazioni “umane” dell’avere una vita “virtuale”. Ho parlato più volte di questo aspetto sul mio blog fino ad arrivare ad inventarmi un’intervista doppia tra il me “fisico” e il me “virtuale”!
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