Questo weekend sono stata a Londra per il matrimonio di mio cugino (mia mamma per chi ancora non lo sapesse è inglese).
Avevo già partecipato ad un altro matrimonio in passato, ma avevo circa 12 anni e non ho colto molti degli aspetti che lo caratterizzano e che soprattutto lo rendono diverso da quello italiano.
Non vi voglio tediare con una descrizione nei minimi dettagli di quello è successo ma descriverò solo alcuni particolari di cui magari non siete a conoscenza:
- Le donne ai matrimoni devono (o meglio dovrebbero) portare il cappello. Visto che i tempi si sono evoluti è possibile sostituire il cappello con un "fascinator" ossia un fermaglio a forma di pettine con le piume. Eccomi con il mio fascinator (ah ho ovviamente riutilizzato anche l’abito del matrimonio di due settimane fa visto che la tintoria è riuscita a pulirlo da quella brutta macchia di limoncello che c’era davanti 😉 )
- Durante la cerimonia viene spiegato agli invitati che non sono lì come spettatori ma come veri e propri partecipanti. Questo succede anche in alcuni matrimoni italiani ma a Londra la richiesta di impegno da parte degli invitati è esplicita e contestualizzata nella cerimonia perchè il prete, dopo aver fatto la richiesta di impegno reciproco agli sposi per ottenere da loro la risposta "LO VOGLIO" (= "I WILL") , chiede anche al pubblico se vogliono impegnarsi a dare il loro supporto alla coppia nella loro nuova vita insieme e gli invitati devono rispondere all’unisono "WE WILL" (addirittura il prete ha chiesto di ripeterlo una seconda volta perchè la prima non era molto convincente).
- Nel matrimonio inglese esistono dei ruoli ben precisi: non ci sono i testimoni degli sposi ma un’unica figura maschile, che generalmente coincide con il miglior amico dello sposo, che è il Best Man. Il Best Man è probabilmente il ruolo più importante dopo gli sposi ed è colui che generalmente chiude la serie di Speech, ossia dei discorsi, dopo il padre della sposa e lo sposo in occasione del pranzo. Un’altra figura maschile di rilievo è l’Usher, ossia l’usciere, che è colui che accoglie tutti gli ospiti e li fa accomodare in chiesa. Anche questo generalmente coincide con un caro amico dello sposo o degli sposi. Infine ci sono le damigelle e il Pageboy, il "paggetto", colui che solitamente porta gli anelli. I padri degli sposi, il Best Man, l’Usher e il Page Boy indossano tutti lo stesso vestito (preso in affitto) con tanto di cilindro (è un classico la foto della sposa insieme a questi personaggi mentre lanciano il cappello in aria).
- Il matrimonio inglese è suddiviso in due parti: la prima parte prevede la cerimonia e il pranzo, che viene chiamato il Wedding Breakfast, la seconda parte la festa. Vengono invitate tot di persone al pranzo (nel caso di mio cugino 120) e tot di persone alla festa (altre 60 in questo caso per un totale di 180). In questo modo è possibile invitare più persone anche quelle che vengono considerate "non idonee" per il pranzo ma che comunque farebbe piacere avere lì per i festeggiamenti e per fare qualche brindisi insieme. Qui in Italia non essere invitati per il pranzo ma solo per il post pranzo verrebbe considerato un’eresia 😉
- Il pranzo è, ahimè, decisamente l’opposto rispetto ai pranzi italiani: leggero e breve dato il ridotto numero di portate. Nel mio caso le portate sono state tre: un antipasto (caprese) un secondo con contorno (il piatto principale che consisteva in agnello con le verdure) e il dolce. FINE. Durante la seconda parte della serata viene tuttavia allestito un ricco buffet così da saziare anche tutti coloro che vengono solo per il party.
Non sono sicura al 100% che i matrimoni inglesi si svolgano tutti così ma mi sembra di aver capito che quanto descritto è una consuetudine.