What, Who, Where (e When): qual è il futuro dei servizi online?

In questi giorni ho letto la presentazione "2010 Social Media Influencers – Trend Predictions in 140 Characters, by TrendsSpotting" dove i cosiddetti guru della rete hanno dato la loro opinione su quali saranno i principali trend del 2010.

Tra i vincitori sul podio delle previsioni troviamo il trend “location”:

Pete Cashmore: “Fueled by the ubiquity of GPS in modern smartphones, location-sharing services may become the breakout services of the year … provided they’re not crushed by the addition of location-based features to Twitter and Facebook.”

Michael Litman “I believe that the next “big thing” will be a greater sense of personalization and location-based offerings. We’re starting to see this example in Foursquare”.

eMarketer: “The biggest near-term opportunities will come from location-aware applications.

Robert Scoble: “We’re going to see an explosion of things that use location. Cool businesses that are hip are already doing Foursquare promotions now, but that will boom in 2010. Foursquare – the “cool kids” are on it, it feeds on itself. People are going to use system all of their friends are on”.

Mi ero soffermata a pensare al cosiddetto trend “location” qualche mese fa leggendo un articolo su Adage dal titolo “Places, Please: How location changes digital marketing” dove oltre a considerare gli hard facts come la crescita del numero di dispositivi mobili dotati di GPS, l’autore ha analizzato il fenomeno da un punto di vista più contenutistico.

“To understand why people are so excited, look at the impact other digital innovations have had. Search for example, solved a big part of the “what” problem helping you find what you’re looking for. And while search didn’t know much about our social filters, social networking came in and offered up a “who” filter. Now we’re looking at the “where”.”

What, Who, Where. Tre “filtri” che ci consentono di avere informazioni più pertinenti e mirate ma soprattutto una semplificazione che ci dà la possibilità di provare ad analizzare l’evoluzione dei servizi e fare qualche ipotesi sulle future innovazioni.

What

In principio fu il “What” ossia la ricerca di “cose” nella rete, dove con “cosa” intendiamo qualunque tipo di informazione, inerente a prodotti, luoghi, persone, restituita a noi da un algoritmo (si fa per dire). Le evoluzioni più interessanti di questo filtro sono quelle relative alla ricerca semantica, ossia il passaggio da una ricerca sintattica, basata su parole chiave e slegata dal contesto in cui queste vengono utilizzate ad una ricerca che analizza il testo interpretando il significato logico delle frasi avvicinandosi quindi al meccanismo di apprendimento umano. L’importanza e la criticità di questa evoluzione è dimostrata dagli investimenti ad essa destinati dai big player come nel caso della recente acquisizione di Powerset da parte di Microsoft

Who

I social media hanno poi introdotto quello che avevo definito il “filtro sociale” ossia lasciare che sia l’aggregazione delle scelte e delle segnalazioni del nostro network di contatti a far emergere le novità e gli interventi più interessanti. Friendfeed, il social media che utilizzo con maggiore frequenza, funziona esattamente così:

  • ogni qualvolta un thread viene commentato viene riportato in alto nella homepage
  • è possibile visualizzare, e ricevere via email, il meglio del giorno, ossia i contenuti più commentati e likati dai nostri contatti
  • visualizziamo anche i contenuti di utenti che non sono nostri friends quando i nostri contatti aggiungono un commento o un like.

Mia zia una volta mi ha detto “It doesn’t matter what you know, but who you know”. Il filtro Who cambia a mio avviso questo punto di vista in: “It doesn’t matter what you know but what who you know knows” (sì lo so, la consacrazione della cacofonia).

Where

Il 2009 è stato l’anno del “Where”. L’interesse legato alla localizzazione non è legato in realtà all’introduzione di una vera e propria nuova modalità di accesso alle informazioni – i GPS che ci danno la nostra posizione e ci fanno vedere quello che ci circonda esistono da un po’ di tempo ormai – ma alla possibilità di affinare le ricerche fatte utilizzando i filtri “what” e “who”.

Prendiamo a titolo esemplificativo Brightkite, una soluzione che integra le logiche dei servizi di microblogging come Twitter con quelle di riconoscimento della propria posizione geografica e del geotagging. Si potrebbe dire che Brightkite = Who + Where.

Lo stesso Google Maps è un’evoluzione in chiave “Where” del motore di ricerca associando ai risultati di ricerca una mappa o posizionandoli direttamente al suo interno. Google Maps = What + Where.

E se provassimo ad analizzare l’ultima combinazione ossia What + Who? Otteniamo due categorie di servizi: la “People Search” e la “Social Search”.

Con “People Search" faccio riferimento al processo di ricerca in rete di persone e soprattutto di informazioni sulle stesse. Il punto di partenza di ogni ricerca, ossia Google, ci restituisce spesso tra i primi risultati la pagina di Facebook e/o la pagina di Linkedin della persona che stiamo cercando, due social network in cui siamo presenti con il nostro nome e cognome. Accanto a questa categoria di risultati ne emerge un’altra che è quella relativa agli aggregatori di informazioni su individui come Pipl e 123people che tentano da una parte di superare il “limite” dell’accesso ridotto alle informazioni a meno che tu non sia un contatto della persona che stai cercando (anche se nel caso di Facebook ad esempio le recenti modifiche alle impostazioni sulla privacy hanno reso pubblici dati personali che prima non erano visibili) dall’altra di aggregare passivamente, ossia senza il contributo dell’utente, tutte le informazioni presenti online su quest’ultimo, a differenza di Facebook e Linkedin dove è necessario aggiungere nel proprio profilo le informazioni da visualizzare, e quindi anche quelle provenienti da siti esterni come ad esempio Flickr per le foto e YouTube per i video.

Con "Social Search" intendo invece la possibilità di filtrare i risultati di ricerca “classici” (il “What”) in base alle preferenze dei miei contatti o ai contributi da essi stessi immessi nella rete. Il video recentemente caricato da Google “Social Search demonstration” spiega decisamente meglio questo concetto ossia come combinare il What e il Who. 

Nella combinazione What+Who possiamo quindi dire che Google è molto forte nel What ma deve rafforzare il Who, mentre Facebook ha una componente Who molto forte e ha delle opportunità da cogliere attraverso il miglioramento del What.

Le possibili combinazione tra What, Who e Where ci consentono quindi di "mappare" alcuni dei servizi e applicazioni realizzati in questi ultimi anni e ipotizzare quali potrebbero essere le aree di miglioramento degli stessi o le opportunità per nuovi sviluppi.

What / Who / Where: mappatura dei servizi

Se dovessi, infatti, pensare all’evoluzione dei servizi mi verrebbe spontaneo credere che la soluzione perfetta è quella che sfrutta in maniera ottimale la combinazione What+Who+Where.

Quindi vi chiedo:

  • Esiste già un servizio che sfrutta e combina le dinamiche di What+Who+Where?
  • Quale player potrebbe trarre vantaggio dalla combinazione di What+Who+Where?
  • Come ve lo immaginate il servizio ideale What+Who+Where?

Provo ad immaginarmi una situazione tipo per cercare di rispondermi: sono a Milano e mi viene un’improvvisa voglia di andare a mangiare in un ristorante indiano a Milano. Il servizio ideale dovrebbe:

  • propormi ristoranti con cucina indiana (What)
  • ristoranti vicini a dove sono in quel momento (Where)
  • segnalarmi eventuali recensioni e commenti postati da altri utenti, e indicarmi se tra questi sono presenti miei "friends" (Who).

Lo trovo. Vado fiduciosa. Ne esco un po’ delusa. L’amica che c’era stata ne aveva parlato con toni entusiastici e io mi fido ciecamente del suo gusto. La chiamo. Ecco cosa mi dice: "Ah sì era davvero eccezionale fino a un anno fa, poi ha cambiato gestione".

Nell’ipotetico serivizio ideale mancava un ulteriore filtro: il When. Se avessi ricevuto un commento dalla mia amica in tempo reale sul ristorante avrei evitato di andarci. Il Real Time Web è stato un argomento già affrontato più volte nel 2009 dando anche origine a dibattiti sulla sua effettiva utilità, ma ho l’impressione che il 2010 sarà il suo anno. Cosa ne pensate?

Chiudo con un invito: e se provassimo ad analizzare le possibili combinazioni di What, Who, Where e When? Buon divertimento 🙂

6 commenti su “What, Who, Where (e When): qual è il futuro dei servizi online?”

  1. Considerazione su real time web: giustamente sottolinei l’importanza della qualità del real time web, ovvero, quando a “real time question” corrisponde “real time answer(s)”.

    Questo dipende da come un servizio mi permette di reperire informazioni fresche, “user generated”: un problema è quello di superare le limitazioni dei propri contatti, in una logica di social networking, che non posso essere onniscenti e onnipresenti, aprendo una piattaforma che abbia diverse modalità e fonti di input.

    Molti degli attuali servizi hanno come utente-tipo il geek che ha amici geek: e l’opinione del resto del mondo?
    Secondo me c’è un problema di inclusività della potenziale base di utenti.

    Considerazione sulla geolocalizzazione: ammettiamolo, su dispositivi mobili (di nicchia, quindi un mercato ristretto) il GPS uccide le batterie – nessuno al momento può pensare di arrivare a fine giornata con il GPS always on.

    Pensare di spingere solo e unicamente su servizi accessibili da dispositivo mobile secondo me è abbastanza miope: io sono un fan del concetto di pervasive computing, penso che il futuro non sarà avere Internet ovunque perchè l’hai in tasca, ma avere Internet ovunque perchè avremo accesso da terminali “annegati” nell’architettura domestica e urbana.

    Questo si lega anche al problema dell’avere più fonti di input per questi servizi, come dicevo sopra.

    Esempio banale: immagina il corridoio d’uscita una sala di un cinema, tappezzata da touch screen sui quale viene fatta girare una banalissima applicazione di rating del film appena visto: i contenuti “freschi” aumenterebbero in maniera esponenziale, permettendo anche a chi non è dotato di un dispositivo mobile evoluto di contribuire.

    Non so se hai visto il documentario “Us Now”: ci sono due ragazzi che a Londra hanno messo in piedi un servizio telefonico in crowd sourcing, se ti perdi in città chiami un numero dal quale puoi metterti in contatto con un abitante della zona o qualcuno che ha precedentemente dichiarato di conoscere certe zone della città, che ti può dare indicazioni su dove ti trovi.
    Semplice, low tech, 1.0, ma altamente inclusivo.

  2. Ciao Lafra,

    hai provato Mobnotes? C’è tutto quello che descrivi… o ci sarà, tieni conto siamo solo in tre. E siamo italiani, che spesso è un problema, almeno per l’accesso a fondi.

    Foursquare e Gowalla hanno vita breve, la metafora di gioco alla fine stanca. Trovo molto più utile Brightkite, ma manca un aspetto di rating e reputation che possa aiutare a orientarsi lungo la dimensione del What.

    Noi siamo partiti proprio da questo: il nostro claim è “post-it per i tuoi luoghi peferiti”. Che puoi condividere con i tuoi amici, e il resto della comunità. Usciremo a breve con una nuova funzionalità che ti aiuterà a scegliere in tempo reale cosa, dove e con chi.

    Stay tuned!

    Gino

  3. Ti segnalo Aarvark (http://vark.com/), un servizio che sta cercando di mettere assieme tutte le diverse dimensioni permettendo a ogni utente di fare una domanda alla quale si ricevono risposte in tempo reale dagli altri utenti che si dichiarano esperti in una determinata materia o che hanno indicato un loro interesse particolare.
    Il processo di ricerca degli utenti cui porre la domanda tiene in considerazione anche la posizione geografica, quindi se faccio la domanda sul ristorante indiano a Milano molto probabilmente a rispondermi sara’ un utente di Milano che ha messo tra i suoi interessi la cucina indiana.
    Io lo uso da un po’ e devo ammettere che funziona davvero molto bene. Inoltre la possibilita’ di usarlo via web, IM, mail oppure con l’applicazione per iPhone lo rendono molto utile anche per chi lo volesse utilizzare mentre non e’ al pc.

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