Ho letto un paio di giorni fa che Pizza Hut ha esteso le possibilita’ di “order online” anche a Facebook integrando all’interno della sua brand page il sistema di prenotazione e/o acquisto.
Non mi sorprende, Pizza Hut aveva gia’ attivato tutta una serie di canali e Facebook non poteva mancare per due motivi:
- La brand page conta piu’ di 300.000 iscritti (314.055 in questo momento), anche se non so in percentuale quanti di questi possono davvero usufruire del servizio visto che pur essendo un brand globale non e’ "distribuita" ovunque
- L’obiettivo di Pizza Hut e’ "Any way they want to order from us, we’ll be there for them” Ipoteticamente a prescindere dal numero di ordini effettuato attraverso quel determinato a canale.
Per aumentare il numero di fans Pizza Hut ha lanciato "Lotta Pizza Lotto" : qualunque utente decida di diventare fan di Pizza Hut prima della fine dell’anno puo’ vincere ogni settimana una gift card di 50 dollari.
L’aspetto che trovo potenzialmente interessante in questa notizia e’ che Pizza Hut non e’ ovviamente l’unico retailer a decidere di utilizzare Facebook come strumento di comunicazione e/o vendita.
Secondo un recente studio di Rosetta, agenzia di interactive marketing, il 59% dei retailer US ha una fan page su Facebook
Rosetta found that 29 of the retailers surveyed had added a Facebook page in the past four months, including Wal-Mart, Toys R Us, Best Buy and Kohl’s. Rosetta suggests that the sharp increase means Facebook and retailers have reached a so-called tipping point, with the pages soon becoming de rigueur.
In Italia come siamo messi? Ci sono segnali che fanno pensare che anche il nostro retailing possa andare in questa direzione?
Per concludere: il titolo fa riferimento alla recente comunicazione da parte di Pizza Hut di cambiare il proprio brand in Pasta Hut allo scopo di attrarre anche la clientela piu’ salutista. Passato lo shock iniziale (ho fotografato anche la freepress con la campagna stampa sul treno) mi sono fermata a pensarci su ipotizzando che possa trattarsi di un’abile mossa mediatica e dando una lettura in giro ai vari articoli / post sul tema non sono la sola.
In questo post ad esempio si discute sulla scelta di Pizza Hut di lanciare un sondaggio sul sito volto a testare l’opinione dei fan: restare Pizza Hut o diventare Pasta Hut? Qualche giorno fa ho partecipato e questi erano i risultati.
I risultati purtroppo sono giornalieri quindi decisamente non rappresentativi del pensiero comune. Teoricamente per sapere il totalone e’ necessario iscriversi ad un concorso: FATTO?! (alla Art Attack) . Io si’, vediamo se me li mandano.
Comunque il dubbio relativo a questa iniziativa e’ ovviamente questo: perche’ lanciare un sondaggio se la decisione e’ gia’ stata presa?
Comunque da un punto di vista comunicazionale l’operazione mi sembra molto ben riuscita, mi ricorda molto il "Whopper Freak Out" di Burger King il cui obiettivo era sostanzialmente "make them show their love" ossia lascia che i tuoi brand lovers dimostrino quanto amano i tuoi prodotti portandoglieli via. Date un’occhiata al numero di "discussioni" aperte sul tema "Pasta Hut" su Yahoo Answers tanto per fare un esempio.
Voi cosa ne pensate?
heathrow express ? hovintoquacchecossa ?
Mmmmm…in effetti sono stata a Parigi la settimana scorsa e c’era un pubblicità di Pizza Hut davvero massiccia ovunque e in modo particolare ovviamente nella metropolitanama, ma non ho visto nulla riguardo Pasta Hut,…qui in Italia non la vedo molto e a Rimini, dove abito, non ne esiste nemmeno l’ombra di Pizza Hut…
Bè in effetti credo sia un buon modo quello di far preferire il proprio prodotto facendo sentire la mancanza di questo…credo che se mi portassero via (che ne so) il LIUK, lo stecco alla liquerizia dell’algida, anche se non lo mangio da 10 anni, un po’ di dispiacerebbe e lo ricomprerei subito prima che smettano di produrlo…ma ovviamente questo esempio si può fare a tantissimi altri prodotti e o prodotti di marketing…
A proposito, lo stesso alla liquerizia lo fanno ancora?
In Italia Pizza Hut avrebbe vita breve, brevissima. Però può essere un esempio per le tante pizzerie…
Wow interessante! Ficata il nuovo tema del blog! 🙂
Brava Fra!
A presto
Ciao!
TheNorba
Tra l’altro questa cosa di promuovere le proprie iniziative, marche e prodotti su facebook è davvero bello…non vorrei dire cose cattive ma su facebook gira proprio di tutto…fai girare un “Diventa fan di…” e in breve tempo sono davvero tanti quelli che aderiscono. Non mi sorprende che qualcuno ci faccia dei ricamini sopra…o prima, o dopo…
E’ solo uno dei tanti modi per pubblicizzare i propri prodoti…comunque notevole!
Non male…
quasi quasi ne ordino una. Chissà se me la consegnano allegata ad una mail
🙂
Antonio
@Federica ahah il LIUK! 🙂
In questo caso si tratterebbe piu di un’operazione che mi piace chiamare di “revival marketing”, ossia iniziative che fanno leva sulle icone che in qualche modo hanno avuto importanza nel nostro passato! Trend sempre in voga perche’ ovviamente il revival non invecchia mai eheh. Basta pensare alla Nike e alle scarpe modello Ritorno al Futuro http://think.bigchief.it/articles/2008/07/07/marty-mcfly-hyperdunk/
@Dario effettivamente non avrebbe lo stesso mercato. Sembra che sia lo stesso anche per Starbucks anche se in tanti continuano a richiederlo a gran voce.
Per quanto riguarda il retailing e’ pazzesco vedere le differenze con l’Italia. Non so negli US pero’ qui a Londra e’ tutto una catena, basta spostarsi di chilometro in chilometro per trovare sempre gli stessi negozi: Starbucks, Caffe Nero, Costa Coffee, Pizza Hut, Wasabi, Pret-a-Manger (che qui chiamano anche Pret-a-Manager 😉 ), EAT, etc. solo per menzionare alcuni esempi nel reparto food.
Implementare una strategia comunicativa ed eventualmente anche distributiva multicanale e’ ovviamente piu “semplice” per queste catene perche e’ possibile far leva sul proprio essere brand prima che catena e in quanto tale in grado di attirare brand lovers (sempre se ce ne siano ahah).
Mi sembra molto interessante come case history. Putroppo rimango dell’idea che strumenti di questo tipo possano essere sfruttati al meglio ed avere un senso solo per i brand internazionali.
Figooo…voglio rivedere Ritorno al Futuro e viaggiare sulla DeLorean….sì con me questo “revival matketing” farebbe un successone!!!! Però le scarpe non me le compro…non compro scarpe Nike da quando avevo 11 anni?! Più o meno…
A proposito dell’operazione Nike legata alle Marty McFly Hyperdunk, mi permetto di segnalare qualcosa di simile che è partito dal basso e si è sviluppato intorno ad un modello di Adidas che il protagonista indossa nel film “Le avventure acquatiche di Steve Zissou”.
Ne parlo qui: http://www.smeerch.it/2005/11/27/le-avventure-acquatiche-di-steve-zissou/
In Italia come siamo messi?
Bhe al momento in Italia non siamo all’altezza della percentuale delle aziede americane.
Il sistema utilizzato mi sembra cmq fattibile anche da noi, vista la popolarità di Facebook che stà crescendo in termini di utilizzo.
Magari non abbiamo una realtà simile, c’è Spizzico da noi che può essere paragonata a PizzaHut, anche se preferisce i servizi di ristorazione viaggiante o in grossi agglomerati urbani.
Ma ci sono tante piccole realtà, anche cittadine, che con un sistema di prenotazione simile, accompagnato dal passaparola intrinseco in Facebook possono portare a molte soddisfazioni.
Ps sulla rivista Jack di Novembre c’è un articolo sui blogger, e tra questi pure LaFra. Giovani blogger crescono 😉
Compliments anche per il nuovo layout del blog. Clean, minimal and usable.
Beh, lungi da me sottovalutare l’enorme portata dela prepotente entrata del social netw3orking nel campo della pizza a domicilio, ma in uttto ciò ritengo manchi un elemento di informazione essenziale, ovvero che le pizze di Pizza Hut fanno moderatamente ribrezzo (absit iniuria verbis, naturalmente) 😉
ho visto molte pizza hut chiuse recentemente in california!
ciao Luis
Pizza Hut, sbavo al solo pensiero….
Mi ricorda i bei tempi delle vacanze estive in inghilterra…menù a prezzo unico e via con l’abbuffata, e quelle strisce di focaccina buoooone!
penso che per mangiarmi una focaccia da pizza hut devo farmi 1000 km!! in Italia pizza hut non esiste, in quanto fast food non è paragonabile alle nostre pizzerie! appunto è un fast food di pizzette a trancio direi anche molto buone e ci vorrebbe in Italia come pizza hut non c’è kfc e l’altro dei panini subway. non credo che farebbero la fame in Italia. è vero siamo la migliore cucina al mondo ma non credo che centri qualcosa, è ovvio che sè apri 50 mcdonald in una città magari non lavorano tutti, è poi se c’è mcdonald possono esserci anche gli altri.
Non ci sono parole abbastanza ingiuriose per descrivere la "pizza" di Pizza Hut. Non hanno avuto il coraggio di continuare a chiamarsi Pizza Hut.