Tra una slide e un’altra (eh sì, si lavora il sabato mattina) anche oggi ho continuato il mio viaggio nella blogosfera (ma quanto è grande??) alla ricerca di nuovi e affascinanti blog 🙂
Colpita dal nome del blog “Marketing Usabile” e del suo blogger, alias Maurizio Goetz, decido di provare a leggere qualche post e come immaginavo ci sono contenuti interessanti.
Mi soffermo su quello che forse è il meno interessante di tutti “Che cosa chiedono i clienti all’agenzia di comunicazione?”.
“Capita” (in realtà succede abbastanza spesso) in ufficio di prendere leggermente in giro le agenzie di comunicazione e il modo in cui trattano e si lasciano trattare dai clienti, quindi ho deciso di leggere quali secondo Goetz sarebbero i dieci elementi/requisiti:
1. creatività
2. precisione nel raggiungere i target
3. conoscenza operativa di tutti i mezzi di comunicazione vecchi e nuovi
4. costi
5. velocità del processo produttivo (dal brief al golive)
6. sistemi di misurazione e di monitoraggio dell’efficacia
7. livello di propositività, innovazione e metodo
8. problem setting & problem solving
9. flessibilità e versatilità
10. feeling
La mia prima considerazione è stata “non sono un po’ troppi??”, la seconda “sono superficiale?”. Pervasa da questo dubbio ho deciso di soffermarmi un po’ di più sull’elenco…e non contenta ho deciso di dare un mio personale commento dove ho scritto che in cima alla lista, più come cappello che come punto aggiuntivo, ci deve essere questa parola UNDERSTANDING! Se non capisci chi è il cliente e cosa vuole a poco serviranno creatività e feeling 🙂
Mi sono divertita molto a leggere, invece, il post “L’era del coinvolgimento” dove Goetz spiega:
Coinvolgere significa essere sulla stessa lunghezza d’onda. E’ un processo delicato, da fare in punta dei piedi e con grande umiltà.
Lo sanno molto bene gli animatori dei villaggi turistici […] ogni turista è diverso e capiscono dove fermarsi; sanno quando serve un sorriso, una parola di incoraggiamento oppure saper ascoltare in silenzio senza dire una parola. […]
C’è chi crede che coinvolgere utilizzando i mezzi digitali sia semplice […] In rete, come in un villaggio, per coinvolgere le persone non basta un gioco.
Per due estati ho lavorato come animatrice in un campeggio che a differenza del villaggio consente di creare dei rapporti più personali con gli ospiti: alcuni di loro, soprattutto i bambini, li ricordo ancora oggi. Mi piacerebbe quindi sperare che un giorno, oltre a riuscire a coinvolgere l’utente, ci sia la possibilità anche per chi coinvolge di essere coinvolto, e ammetto che è un discorso un po’ egoistico perchè anche oggi mi trovo ogni tanto nella rete ad essere dalla parte dell’animatore! 🙂
Ora sarà meglio tornare alle mie slide!
Ciao Maurizio, innanzitutto grazie per aver letto il post sul mio blog, e poi ovviamente per la tua precisazione.
A quanto ho già scritto aggiungo che non solo l’agenzia deve ascoltare e capire il cliente ma questo dovrebbe avvenire anche nel senso opposto.
Mi è capitato di constatare come spesso le aziende “reclutino” agenzie con grandi brand senza curarsi del fatto che al suo interno possono lavorarci anche grandi incapaci; è come se non volessero accorgersene, l’importante è poter affermare di lavorare con BIG NAMES anche se l’interfaccia diretta è rappresentata da BIG IDIOTS 😉
Purtroppo la vera essenza di questi ultimi viene “scoperta” solo una volta giunti al risultato finale, al rilascio definitivo, e ovviamente riparare al danno diventa difficile e molto oneroso.
Si tratta di una banalizzazione per alcuni aspetti e di una generalizzazione per altri ma progredire verso una comunicazione migliore vuol dire anche diventare “clienti consapevoli” e noto con dispiacere che la strada per raggiungere questo obiettivo è ancora lunga :-\
Grazie per la citazione, ma devo fare una precisazione. L’elenco che ho fatto su cosa vogliono i clienti dall’agenzia di comunicazione, non è una mia opinione, ma un riassunto di quanto ho sentito dagli imprenditori dalle aziende. Molti hanno aggiunto altri elementi alla lista ed io ne sono felice. E’ solo uno spunto per alimentare la discussione.
Quanto all’esigenza di ascoltare il cliente, beh credo che il titolo del blog parli da solo.
Vedo che non sono l’unico a preparare slide nel week end.