Ieri ero a Londra per un corso interno in cui si è parlato anche di viral marketing.
Per coinvolgere attivamente le 4 classi sono stati mostrati 4 video ed è stato chiesto ad ogni gruppo di sceglierne uno.
Il video sarebbe stato caricato su Break.com dopo aver individuato il titolo ed aver selezionato le tags.
Ed è partita la competition: ogni partecipante avrebbe dovuto promuovere il video del proprio gruppo tenendo conto che l’unico spazio di tempo a disposizione era la pausa pranzo (durante il corso non era possibile usare telefoni cellulari tanto meno collegarsi in wireless con il laptop).
Verso le 12:30 ho scritto questo twit:
che oltre ad aggiornare il mio status su twitter ha anche aggiornato quello di Facebook e il mio lifestream su Friendfeed.
Alle ore 16 circa ieri hanno dato i risultati e il tizio che ha organizzato il simpatico esperimento ha detto che c’erano dei risultati notevoli, anzi UN risultato notevole.
Ecco i risultati delle altre squadre Roxette, Ace of Base, Robyn (gli organizzatori sono svedesi…)
ore 12 | ore 13:10 | ore 16 | |
Roxette | 12 | 21 | 27 |
Ace of Base | 13 | 33 | 39 |
Robyn | 5 | 11 | 68 |
La mia squadra, gli Europe, invece ha sbalordito tutti con:
ore 12: 39
ore 13:30: 494
ore 16: 859
Purtroppo non era possibile visionare le statistiche di accesso al video, ma sono sicura che una buona fetta l’hanno fatta amici / colleghi / conoscenti che hanno risposto al mio appello!
Grazie grazie grazie
E il premio? Un cd a caso tra Europe, Roxette, Ace of Base e Robyn e a me è capitata quest’ultima!
- Volo Alitalia A/R: (meglio non dirlo)
- Valore del premio: irrisorio
- Entusiasmo per la vittoria: NON HA PREZZO 😉
Tornando alle cose serie il corso di ieri mi ha dato tanti spunti di riflessione e stimoli che non appena ho tempo condividerò 🙂
Quindi … riepilogando .. avete vinto nel workshop sul viral spammando? 🙂 Sounds Intersting … Vedi che alla fine .. io che lo trattavo male e invece lo spam, se fatto verso gli amici, è efficace? 🙂
Un abbraccio e a presto!
la vedo diversamente, secondo me ci sono alcuni fattori importanti:
– credibilità
– rete
– utilizzo del mezzo
non ho letto come spam il messaggio su FF, era una richiesta di supporto da una persona “credibile”.
Nessuno pensava fosse una scemata o spam o cose simili. E tutti, consapevoli della credibilità di lafra hanno partecipato.
l’importanza di avere una rete, da tempo sostengo che il vero, grande, potere è la rubrica. Non tanto avere tanti amici, ma la qualità degli stessi. Sapere chi contattare se capita qualcosa.
Verosimilmente avesse avuto un problema particolare nel corso avrebbe potuto contattare un amico della sua rete probabilmente in grado di risolverlo o indicare chi poteva farlo.
Se poi la tua rete è estesa in cose come questa sei facilitato. Ma se fai marketing e pretendi di vivere isolato in un ufficio forse hai sbagliato mestiere.
Utilizzo del mezzo.
solo la padronanza dei mezzi di comunicazione e la disponibilità hanno permesso di trovare (e avere) il giusto strumento in quel momento.
Insomma alla fine secondo me ha vinto meritatamente.
Italians do it better
Sono d’accordo con l’imprenditore. Si è trattato sicuramente di “spam” nel senso lato del termine ma innocuo perchè rivolto ai miei contatti e specificando bene il motivo. Inoltre pur essendo spam è stato poco invasivo: mi sono limitata ai miei spazi personali, dove le persone mi hanno aggiunto come contatto, non ho inviato email, messaggi di discussione, nè instant messages su gchat, messenger, skype etc.
Mi sono limitata a quel twit 🙂
Ovvio che se facessi così tutte le settimane perderei di credibilità e molte persone comincerebbero a non seguirmi più nei vari spazi sociali ma in questo caso si è trattato di un esperimento in cui mi sono divertita a coinvolgere amichetti e colleghi eheh.
Io non l’ho vissuto come [spam] ma come un gioco per fare vincere una amica.
Ed ho aspettato il risultato per vedere cosa faceva la “squadra di Lafra”.
Che, ma non avevo dubbi, ha portato a casa la vittoria.
Brava! 🙂
mi permetto di segnalare il white book che viene pubblicato sul blog di jnekins da qualche giorno a questa parte… in soldoni viene proposta l’idea che la metafora del virale non è più adatta a spiegare certi fenomeni, perchè non tiene conto delle predisposizioni personali degli utenti. Se i contenuti si comportano come un virus possono fare a meno delle scelte degli utenti e quindi i contenuti si comporterebbero in modo non poi così diverso dai contenuti presenti nei media tradizionali. La metafora dell’epidemia presuppone un utente che non è attivo ma che porta in giro in modo passivo un contenuto. e lo dimostra in parte il tuo esperimento che si è concentrato su contatti conosciuti ai quali hai spiegato le finalità del progetto (non erano interessati al contenuto, ma al tuo successo!). Avrebbe funzionato lo stesso su utenti non conosciuti?! il problema quindi si sposta dai contatti alle tipologie di contenuti (come vengono costruiti, come interviene il brand…)
Complimenti Fra. E poi Robyn mi piace assai… che album ti hanno regalato? Hihi…
@yurg Ottima segnalazione grazie 🙂