Vorrei condividere con voi alcune riflessioni che ho fatto in merito a come si sono evolute le modalita’ di accesso alle informazioni nel tempo, con un riferimento particolare ai feed rss.
I feed rss per me, come per molti di voi ne sono certa, sono una droga. Spesso mi trovo a spiegarne la natura e l’utilizzo ad amici e colleghi e per farlo consiglio sempre di guardare (o mostro direttamente) il video realizzato dai quei geniacci di Commoncraft.
In sintesi il buon leelefever nel 2007 ci spiegava che c’e’ un modo vecchio e lento di accedere alle informazioni (the OLD and Slow Way) e ce n’e’ uno invece nuovo e veloce (The NEW and Fast Way).
Il modo vecchio e’ andare su ogni singolo sito e blog per controllare se ci sono novita’.
Il modo nuovo e’ invertire questo procedimento e lasciare che siano le novita’ a venire da te.
Questa inversione e’ fattibile ovviamente grazie alla possibilita’ di ricevere i nuovi articoli e i nuovi post sotto forma di feed rss in un aggregatore, nel mio caso Google Reader.
Ora non so voi, ma se io fossi l’omino disegnato da Commoncraft potrei essere rappresentata cosi:
Avevano ragione quelli di Commoncraft, i feed rss danno dipendenza, arrivi ad aggiungere talmente tanti siti e blog nel tuo aggregatore che e’ umanamente impossibile seguirli tutti.
E qui vi volevo portare: nasce l’esigenza di un filtro informativo.
A mio avviso esistono tre macrocategorie di filtri informativi: editoriale, sociale e tecnologico.
FILTRO EDITORIALE
Lasciamo che sia una struttura editoriale a filtrare le notizie più rilevanti e ci fidiamo della loro capacità di scansionare le diverse risorse e di scelta.
Il filtro editoriale, un filtro diciamo "dall’alto", e’ in un certo senso l’attivita’ che e’ storicamente alla base del concetto di pianificazione editoriale, di creazione del palinsesto, dei mass media, se non fosse che le fonti consultate oggetto del filtraggio sono spesso le stesse. E’ anche un’attività a volte offerta come servizio aggiuntivo rispetto alla sola rassegna stampa da parte degli uffici stampa o delle società di pubbliche relazioni.
In questo contesto specifico tuttavia preferisco pensare ad una struttura editoriale piu’ "web oriented" che seleziona le risorse della rete per noi potenzialmente piu interessanti.
Un esempio potrebbe essere Techmeme e l’italiano Memesphere che "aggrega e analizza migliaia di feed provenienti da blog e da altre fonti web e fornisce ogni giorno la fotografia delle conversazioni e dei concetti più citati dal popolo della rete italiano, ma anche dai media mainstream".
FILTRO SOCIALE
Lasciamo che sia l’aggregazione delle scelte e delle segnalazioni del nostro network sociale a far emergere le novità e gli interventi più interessanti. Faccio specifico riferimento al nostro network personale e non al network generale per due motivi: da una parte perche’ voglio focalizzarmi sul ruolo attivo dell’dell’utente nella scelta di chi (o come vedremo dopo di cosa) "fidarsi" per il filtraggio delle informazioni, dall’altra perche’ siti come digg, come oknotizie e come delicious hanno acquisito con il tempo un ruolo diverso, di siti di ricerca, ma credo che sia meglio rimandarne l’approfondimento in un altro post (di riflessione sulle riflessioni di questo 😉 ).
Alcuni esempi possono essere:
- Google Reader shared item l’area del tuo Google Reader dove e’ possibile visionare i feed che i tuoi contatti hanno deciso di condividere perche’ considerati piu’ interessanti.
- delicious.com/network: i links salvati su delicious dai contatti inseriti nel nostro network.
- Friendfeed: Friendfeed per chi ancora non lo conoscesse (attenzione perche’ e’ giudicato il nuovo Twitter) può essere considerato un servizio di lifestreaming alla stessa stregua di Profilactic ma con una sostanziale differenza che a mio avviso e’ uno dei fattori ne sta decretando il successo: tutto è non solo "likabile" (è possibile contrassegnare i feed interessanti con un "like") ma commentabile; il commento ha la sua importanza in quanto ogni qualvolta un elemento viene commentato in automatico viene riportato in cima alla lista tanto che in alcune occasioni si parla di spam quando i commenti sono talmente numerosi da riportare in cima lo stesso feed più volte. Io sono diventata una friendfeed addicted e quando un feed è fortemente "likato" e commentato mi viene la curiosità di andare a vedere di cosa si tratta.
In contrapposizione al filtro editoriale "dall’alto" potremmo definire il filtro sociale "dal basso".
FILTRO TECNOLOGICO
Il filtro "dal mezzo" (scusate la freddura). Ci affidiamo a filtri automatici, a servizi che o all’interno del nostro reader (ad es. AideRSS con il Postrank) o all’esterno in una pagina web dedicata, selezionano i feed per noi potenzialmente interessanti, sulla base del nostro comportamento (es. Feedhub), dell’interesse mostrato nei loro confronti da altri (nel caso di Postrank si parla di audience engagagement ), o sulla base di keywords da noi segnalate (ad es. FeedRinse).
A questo proposito vi invito a leggere il post di ReadWriteWeb che ha anche ispirato queste mie riflessioni in cui vengono descritti diversi servizi che consentono di filtrare i feed rss tra cui quelli che ho citato.
In questo particolare filtro entra inoltre in scena il tanto discusso e atteso Semantic Web considerato il futuro del Web (il Web 3.0?). Io sono d’accordo con il commento di un lettore di ReadWriteWeb al post "What’s Next After Web 2.0"
If Web 1.0 was about Read and Web 2.0 was about Read/Write, then Web 3.0 should be about Read/Write/Understand
Ma sono d’accordo a prescindere dal web semantico.
"(to) Undestand" e’ la vera skill del futuro, sembra scontato ma non lo e’.
Pensiamo ad esempio al web: quanti siti/blog riportarno i fatti e quanti li spiegano? Quanti capiscono veramente quello che stanno scrivendo? Quanti si soffermano sulle parole prima di gettarle in un post? Una persona e’ ovviamente libera di decidere cosa fare del proprio blog o del proprio sito come meglio crede ma se vuole distinguersi, se vuole essere seguito e apprezzato dovra’ sempre di piu’ a mio avviso placare quella crescente sete di "Understanding" che gli utenti hanno.
E per quanto mi riguarda dietro a questi utenti si muovono aziende ed enti pubblici e privati desiderosi di capire cosa sta succedendo e che a volte difficilmente possono riuscirci attraverso la sola lettura dei propri innumerevoli feed.
E qui per ora chiudo ma solo per ora 🙂
Voi cosa ne pensate?
Interessante post, stavo giusto sistemando i miei feed oggi.
molto interessante, memesphere e techmeme li classificherei forse come filtri tecnologico-editoriali più che solo editoriali. concordo pienamente invece sul tema: “molti scrivono post a manetta senza neanche sapere esattamente di cosa stanno parlando”….la chiamerei “informazione fast food”…che ne dici?
saluti
>Pensiamo ad esempio al web: quanti siti/blog riportarno i fatti e quanti li spiegano?
non sai quanto sono d’accordo! 🙂
E’ esattamente la domanda che ci siamo fatti quando abbiamo comincato con TripShake. La soluzione secondo me è molto vicina a quella che RWW (che adoro, e il cui articolo avevo letto anche io a suo tempo) propone: il web semantico è una parte, ma un’altra grande parte è ancora affidata e affidabile ad analisi quantitative. E’ un trend abbastanza affermato – pensiamo alla galassia di start-up che si sono manifestate con alterni destini con questa filosofia, da Cuil (oddio :D) a, tra 1 settimana, lo stesso TripShake 😛 a Shreppy di Francesco Federico. Insomma, siamo su questa lunghezza d’onda in tanti 🙂
Come non essere d’accordo? Ottima analisi. Lo dice uno che ormai ha la scimmia sia da feed che da FriendFeed. 🙂
Questo lo reputo un buon post anche perché segnala strumenti che non conoscevo.
Mi permetto di segnalare il feed-reader che uso io. Si chiama FeedRaider: http://www.feedraider.com
@Kaspo grazie 🙂
@sacha hai ragione, diciamo che anche per gli esempi di filtro sociale vale lo stesso discorso, c’è sempre una forte componente tecnologica. Però colgo l’occasione per chiederti se possibile quanto in percentuale è editoriale (insomma quanto coinvolgimento “umano”) e quanto è tecnologico il filtro che usate. Grazie!
@Massimo, diciamo che è uno dei miei filtri personali!
@Antonio Molto interessante 🙂 In bocca al lupo!
@Smeerch grazie mille!
“Pensiamo ad esempio al web: quanti siti/blog riportarno i fatti e quanti li spiegano? Quanti capiscono veramente quello che stanno scrivendo? Quanti si soffermano sulle parole prima di gettarle in un post?”
è il problema principale dei blog, ed è anche il punto su cui si concentra la “casta” giornalistica per osteggiare l’informazione via web.
Ciao
Daniele
@Den7 per quanto mi riguarda non e’ un problema solo dei blog, che poi non lo definirei un problema :-), ma di molti professionisti del web. Si fa tanto parlare di web/digital evangelist, strategist (si’ lo so che anch’io lo sono 🙂 ) expert, consultant, etc etc che pero’ non riescono a dialogare con le aziende perche’ sono davvero esperti nella loro materia ma non sono capace di spiegarla in parole semplici e di individuare le implicazioni per i loro interlocutori (e si danno la colpa reciprocamente ahah).
Insomma c’e’ una bella differenza tra sapere (“know”) e comprendere (“understand”).. per non parlare poi del far comprendere che e’ la cosa piu’ difficile eheh.
Concordo con l’idea che prima o poi anche l’RSS diviene un “modo” troppo saturo di procurarsi le informazioni.
In mancanza di un network sociale che ci rappresenti o in caso nemmeno un organo editoriale (piu’ o meno online) calzi bene le nostre esigenze, possiamo ricorrere al filtro tecnologico, che ultimamente per me corrisponde abbastanza a Google Alert.
Alert mi consente di ricevere info sia quando disponibili sia con invii pianificati quotidiani o settimanali.
Le info mi arrivano raggruppate per argomento in email standard, con brevi into ed eventuale foto di preview.
Posso chiedere che la ricerca sia effettuata sul web o sul circuito news o eventualmente su entrambi.
Soprattutto posso variare i miei filtri in un attimo, perfezionandoli o eliminandoli totalmente nel caso in cui non sia piu’ interessato a determinati argomenti.
Ovviamente, se i miei RSS sono molto di nicchia, Alert usato come “filtri tecnologico” non riesce a dare grandi risultati.
c’è anche il filtro del filtro: tipo un feed di ricerca per parola chiave che trova all’interno delle tue sottoscrizioni alcune corrispondenze 🙂
Post davvero interessante.
E’ diverso tempo che mi pongo il problema.
Devo studiare qualcosa… 😉
Non so se son fatto male io o cosa, ma ogni volta che mi impongo di usare i feeds finisce in un fiasco. Ci ho provato almeno 4-5 volte e ogni volta non ingrana. Secondo me l’anello debole sono gli aggregatori. Non sono nel posto giusto, sono poco raggiungibili. Dovrebbero “bussarti la spalla” dolcemente e avvisarti delle novità.
Dimmi se appartengo alla categoria, svogliati tecnologici, oppure imbranati di vecchia data. Non capisco… 🙂
Ciao
Momo
@jeffer anch’io uso Google Alert ma su temi generici diventa a mio avviso ingestibile. Lo uso ad esempio per i clienti per ricevere un update su tutto quello che si dice sul loro conto ma non sempre gli alert sono pertinenti e spesso sono ridondanti.
@gluca esatto! 🙂 a quello non sono ancora arrivata ma posso dirti che per me Google Reader è diventato un motore di ricerca. Se vedo ad esempio che su Twitter o Friendfeed si parla di un certo tema vado su Google Reader e lo cerco, almeno so che gli articoli/post che trovo provengono tutti da fonti che conosco e di cui mi fido.
@Samuele fammi sapere 🙂
@Momo ahah nessuna delle due 🙂 anch’io a volte mi dimentico di consultare Google Reader e avrei bisogno che mi ricordasse che esiste eheh.
ottimo post che apre effettivamente più riflessioni… sicuramente io attualmente sarei rappresentata bene dell’utente con le mille freccie puntate addosso, perchè sono tanti i feed a cui sono registrata e tanti sono i temi che mi interessano. Sarebbe utilissimo un canale che li raccogliesse, così da velocizzare anche la ricerca di qualcosa di interessante da leggere, così da evitare di leggere tutto quello che abbiamo in Google Reader. Forse ci vuole una miglior organizzazione personale 🙂
@ADVsha grazie cara 🙂 purtroppo l’organizzazione personale credo sia il cruccio di molti “social media addicted” come noi eheh
bella analisi… che mi aiuta a risolvere il “problema” che contribuisci a generare (non ti conoscevo, ti aggiungo subito al reader 😉
e soprattutto finalmente riesco a rispondere a questo post un po’ “datato”!
Lo trovo davvero interessante. Io ormai sono piuttosto dipendente da Google Reader, anche se il mio uso si è evoluto (non sempre migliorato) nel tempo. Prima mi ha permesso di selezionare le fonti di notizie per me indispensabili, per vari motivi. Un po’ alla volta ho iniziato ad aggiungere troppe frecce, come mostra il tuo grafico, per cui quando non riesco a controllarlo per un po’, mi viene quasi angoscia ad aprilo, perchè ho troppe novità da leggere e devo dedicare del tempo apposta per farlo. Ecco, credo che la cosa più importante che possa fare l’imbuto del tuo disegno sia creare tempo, che è un grande valore aggiunto che può fornire la rete, a livello di informazioni e ricerche.
Ormai sono dove trovo quello che mi serve e sto andando a cercare qualcosa che mi dica a cosa serve quello che trovo 🙂
@lafra: Concordo in pieno con la tua risposta, soprattutto sul fatto che non è solo un problema dei blog ma generale. Ho usato il termine “problema” è perché ritengo che se l’obiettivo di un blogger è informare sia essenziale, oltre al sapere (“know”) anche il saper comprendere (“understand”), anzi, come hai giustamente sottolineato, bisogna anche saper spiegare, far capire (“to understand”? “explain”?).
Ciao
Daniele