Luxury, Web, Music, Charity sono le keyword, i tag, o più semplicemente gli attributi che assocerei a Cartier dopo aver letto un paio di notizie relative ad alcune iniziative di questo brand di lusso relative alla sua collezione Love.
Innanzitutto Cartier estende la sua presenza online non solo al sito love.cartier.com ma a MySpace, ossia si inserisce in un contesto online a mio avviso completamente inaspettato. A primo impatto verrebbe da dire che si tratta di una scelta sbagliata, capace di snaturare il brand, la verità è che preferisco aspettare prima di giungere a conclusioni affrettate perchè l’arrivo di Cartier tra le pagine di MySpace è indice del fatto che la stessa natura del più noto tra i social network sta mutando.
A questo proposito vi riporto un estratto dell’articolo di Adage dedicato a questo insolito matrimonio.
It’s not just for kids anymore "There’s this misperception in the market about MySpace being a youth site, a site for teens," said Travis Katz, managing director-international operations for MySpace. "But 85% of our audience in the U.S. is over 18, and 40% of all moms in U.S. are on MySpace." He claims that MySpace reaches more people making $100,000-plus than other social-network competitors, such as Facebook and Yahoo 360.
Tornando a Cartier le altre due keyword rimaste sono Music e Charity: ho letto su Grazia che sul sito love.cartier.com sono disponibili "dodici brani d’autore da scaricare gratis".
"Li regala Cartier per festeggiare il "Loveday", la giornata dedicata alla solidariertà. Nelle boutique si può acquistare il bracciale d’oro Lovecharity (il 20% dell’incasso andrà all’Unicef)"
Sono andata sul sito per provare a scaricare i brani ed effettivamente sono riuscita nell’intento anche se:
- è possibile scaricare un brano alla volta e previa compilazione di un form
- ci sono dei problemi di visualizzazione del sito: usando Firefox e una risoluzione dello schermo 1024×768 non vedevo il bottone di invio del form e non era abilitato lo scroll sulla pagina. Ho dovuto portare la risoluzione dello schermo a 1278 per visualizzarlo e procedere con il download della prima canzone.
Non tutti usano Firefox e non tutti hanno toolbar varie che diminuiscono lo spazio disponibile sullo schermo ma la mia deformazione professionale mi impone di ritenere che i test di usabilità debbano prevedere tutte le possibili condizioni di visualizzazione.
Non solo queste regole dovrebbero essere seguite in generale, a maggior ragione non devono assolutamente essere sottovalutate quando parliamo di luxury online. Navigare nel sito di un luxury brand è una delle possibili estensioni del vissuto del marchio da parte dei propri clienti e la perfezione che questi esigono deve essere ricercata in tutte le sue forme e contesti.
Ora non voglio dilungarmi ulteriormente ma in ufficio stiamo parlando molto del rapporto tra luxury e web e quindi non escludo che tornerò sull’argomento in futuri post.
Nel frattempo vorrei chiedervi come valutate la presenza online di un brand di lusso come Cartier? Ed in particolare come considerate la scelta di aprire una pagina su MySpace?
Anche le marche di lusso hanno bisogno di entrare in contatto con i clienti o prospetti, ma per un altro motivo rispetto alle marche più economiche. Accrescere l’aspettativa, aumentare il senso di privilegio (come una tribu di adepti)..non mi dilungo perchè avevo in parte trattato qui questo argomento http://www.womarketing.netsons.org/web-20/148/il-lusso-e-le-vie-del-marketing/
Credo che siano sopratutto certe marche che per prime debbano fare da apripista sull’online.
Non capisco però la scelta di MySpace: sarà pur vero che l’audience è più adulta di quello che si pensa, ma è il contesto “creativo” che trovo fuori luogo: è come se Cartier avesse aperto una boutique in lorenteggio….
Di fatto anche io avrei sconsigliato a Cartier di aprire un profilo su MySpace. Ma visto che l’hanno fatto stiamo a vedere che succede. Magari hanno ragione loro.
Anche se non si tratta del settore ‘luxury’ a breve mi occpuerò di portare Toyota Italia su Facebook. Speriamo bene. 🙂
@Smeeerch Toyota è stata fino ad ora molto ben accetta a quanto so su twitter e in altri social media, quindi credo che su facebook italia dovrebbe essere lo stesso. Diciamo che per come la vedo io MySpace e Facebook hanno due ruoli completamente diversi. il primo come sponsorizzazione, il secondo come CRM e monitoraggio (nonchè stimolare la conversazione).
@Andrea.
Su Toyota ci sto lavorando per cui per il momento non posso dire di più.
Ad ogni modo, per come la vedo io, MySpace è un ottima community per chi ha velleità artistiche. Per chi vuol far sentire la propria musica in giro, mostrare i propri video, le proprie produzioni, ecc.
Facebook non lo frequento molto. Trovo veramente difficile individuare quale possa essere il suo ruolo. In altre parole non capisco a cosa serva.
Dal lato business non credo molto in questi due social network.
A Myspace non credo nemmeno io come business, a meno che non si tratta come hai detto tu di artisti. Difatti ad esempio il programma UGC di YKS (su SKY) lavora principalmente tramite myspace.
Facebook non è certo un propulsore, ma può rivelarsi utili ai fini di CRM, sopratutto rivolto alla segmentazione che utilizza il web come strumento di informazione. Soprattutto nell’Automotive come tu saprai lavorandoci, il tasso di monitoraggio del web da parte degli utenti è aumentato in modo dirompente. L’automotive è al 3°posto come uso dei social media, circa il 13% rispetto ai top brand.
Cara Francesca,
l’operazione Love e’ molto lontano da quanto scritto ma ci sono alcune considerazioni giuste ma alcune sbagliate, alcune poco rilevanti, altre molto pertinenti. So perfettamente che se analizzi meglio la scelta, sia su basi razionali (ricerche, analisi, storicita’) che su basi istintive (vision, passion, love) arrivi alla razio corretta. Mi permetto solo 2 piccoli consigli: esci dalle logiche con cui stai definendo il Lusso (solo Bulgari e’ come Cartier, tutti gli altri vorrebbero…) e stacca la spina per un attimo dal tuo innato dna digital/tecnico e vivi l’emozione insieme agli altri 3775 amici. 😉 ovvio che sono solo consigli.
un caro saluto, continua cosi!
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Andrea (womarketing) e Smeerch mi fa molto piacere vedere come un post scritto di getto come questo giusto per raccogliere qualche prima considerazione abbia portato a riflessioni molto più ampie come la differenza tra Myspace e Facebook per la quale mi trovo in linea di massima d’accordo con Andrea ma sulla quale penso tornerò più avanti.
Come tutte le cose non basta esserci per avere successo, e i cosiddetti flop a mio avviso sono difficilmente imputabili alla natura del mezzo quanto all’utilizzo che se ne fa (per dirne una ampiamente contestabile non credo che il “flop” di Second Life sia legato alla natura della piattaforma o alla sua tecnologia, anche se hanno contribuito, quanto a tutta un’altra serie di motivazioni).
Andrea (adv) mi fa davvero molto piacere vederti da queste parti 🙂
Sono assolutamente d’accordo con te nel dire che quello che ho scritto è anni luce dal rappresentare l’operazione Love di Cartier; come spesso mi capita di fare su questo blog scrivo quello che mi passa per la mente in quel momento senza preoccuparmi di essere esaustiva sull’argomento ma lanciando dei temi di discussione eheh. Se poi trovo persone come te dall’altra parte a volerne discutere allora ho raggiunto il mio obiettivo! Nel tuo commento mi inviti ad arrivare alla ratio corretta, sono sicura che se continuiamo a parlarne ci arriviamo e magari la integriamo con qualche considerazione in più 😀 Che ne dici? Visto che il motivo per cui ho scritto il post è stata in particolare la scelta di Cartier di aprire una pagina su Myspace ti chiedo tu cosa ne pensi? Come ho scritto nel post preferisco non tirare conclusioni affrettate, sono aperta ad ogni riflessione! A prestooo